Il trattamento delle acque, così come tutte le discipline, costituisce una scienza in continua evoluzione, in cui i rami della ricerca sono attivi ad altissimi livelli (universitario, associazioni internazionali, gruppi di lavoro specifici, etc.).
La normale prassi di verifica e di dimensionamento degli impianti passa oggigiorno attraverso modelli datati che non prendono in considerazione le reali caratteristiche del refluo e dei microrganismi che operano la depurazione. Le nuove frontiere in ambito depurativo prevedono l’analisi specifica del refluo, delle reali cinetiche e dei parametri “vitali” dei microrganismi. Per poter operare in questo modo occorre integrare le consuete analisi chimico – fisiche con le analisi respirometriche. Quest’ultimo tipo di indagine consiste nel realizzare un piccolo impianto di laboratorio e sottoporlo ad stimoli. Analizzando la sua risposta agli stimoli si possono capire interessanti aspetti, sia del refluo che dei microrganismi. In particolare è possibile determinare il frazionamento dei principali inquinanti (COD, azoto e fosforo), le reali cinetiche di reazione, la tossicità di eventuali prodotti del ciclo produttivo che possono inibire la depurazione, e molto altro.